Meglio l’IA o l’intuizione?

L’intelligenza artificiale sta trasformando in modo profondo il marketing strategico, ridefinendo non solo gli strumenti operativi ma anche le logiche decisionali che guidano la costruzione e l’evoluzione del vantaggio competitivo. 


Tuttavia, esistono ancora aree in cui l’intelligenza artificiale, per quanto avanzata, non esercita (o non può affatto esercitare) una vera influenza, lasciando spazio al ruolo insostituibile della consulenza esperta.

Come l’IA influenza il marketing strategico

Grazie a sofisticati algoritmi di apprendimento automatico, oggi è possibile individuare pattern nascosti nei dati di mercato e dei clienti, anticipando bisogni e comportamenti con una precisione inedita. Per esempio, un’azienda di prodotti di largo consumo può sfruttare l’IA per identificare micro-segmenti di clientela con preferenze specifiche e personalizzare le campagne in tempo reale, ottimizzando le risorse e aumentando la rilevanza della comunicazione.

L'analisi predittiva e la segmentazione dinamica sono certamente le applicazioni più interessati, ad oggi.

Attraverso modelli avanzati, è possibile simulare scenari complessi di mercato e dinamiche competitive, adattando la strategia di prezzo in base a variabili ambientali, scorte e volumi di vendita. Un marchio della grande distribuzione può, così, regolare automaticamente i prezzi nei punti vendita in funzione della domanda locale, delle azioni dei competitor e degli andamenti stagionali. La gestione dinamica dei prezzi è un'arma potentissima che solo l'IA può fornire.

L’IA consente di valutare in modo continuo una moltitudine di fattori esterni (trend socio-culturali, evoluzione normativa, innovazioni tecnologiche) fondamentale per anticipare segnali deboli e orientare tempestivamente le decisioni di posizionamento, sviluppo prodotto e strategie di espansione internazionale. La pianificazione strategica, in questo contesto, cambia totalmente il proprio modo di nascere e crescere.


Molti processi di routine, come la selezione dei canali di comunicazione o l’allocazione del budget promozionale, possono essere automatizzati basandosi sui dati storici e su modelli predittivi. Questo libera tempo prezioso ai responsabili marketing per concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto. 

Per fare un esempio pratico, un’azienda che produce macchinari può utilizzare l’IA per elaborare in tempo reale i dati provenienti dai social e dai feedback post-vendita dei clienti, individuando rapidamente punti di forza e debolezza percepiti dei nuovi modelli, anticipando così le strategie delle case concorrenti.


L'IA ha, in questi contesti già preso piede anche se le risposte ai problemi sono ancora lacunose e da "tenere sott'occhio".

Dove l’IA non influenza (o non può influenzare) il marketing strategico

L’IA, per quanto potente, non può sostituire la capacità umana di “leggere il futuro”, non è creativa nel senso proprio del termine , ha enormi difficoltà ad intercettare bisogni latenti ed è soprattutto incapace di generare idee disruptive: non ha intuito ed esperienza. Scelte di posizionamento audaci o l’intuizione di nuove opportunità di business richiedono una sensibilità che nessun algoritmo, ad oggi ha saputo replicare.


Un altro ambito quasi impossibile per l'IA sono le negoziazioni complesse: la gestione delle alleanze strategiche e delle relazioni istituzionali si basano su dinamiche empatiche, capacità di persuasione, ascolto e reputazione personale, tutti elementi non  automatizzabili.

Se è vero che l’IA si fonda su dati pregressi e modelli statistici allora è incapace di operare in contesti inediti (ad esempio, una crisi geopolitica improvvisa, un cambio normativo imprevisto, una discontinuità tecnologica) l’esperienza di un consulente esperto assume un valore insostituibile nel valutare scenari e prendere decisioni rapide e informate. 

Le recenti guerre hanno messo in luce questa incapacità dell'IA ed i generali si sono affidati a modelli "umani" per prendere decisioni veloci per proteggere i civili dagli attacchi con armi, modalità, tecnologie, tempistiche mai prima considerati.

Quando le aziende hanno necessità di lanciare (non creare) un nuovo prodotto su un mercato estero con forti barriere culturali, le analisi dell’IA indicano tendenze generali, ma la progettazione di una strategia di ingresso davvero efficace richiede la presenza di un consulente esperto capace di anticipare le reazioni degli stakeholder locali e di adattare rapidamente il piano alle specificità del contesto che non può essere previsto.


In sostanza, sebbene l’intelligenza artificiale rappresenti uno strumento avanzato e oggi imprescindibile nel marketing strategico, la vera differenza la fa l’esperienza, la visione e l’approccio umano. 

Affidarsi a un esperto di marketing strategico, capace di orchestrare tecnologie che diano ampio spazio all'intuizione, è oggi più che mai la chiave per affrontare con successo le sfide di un mercato in continua evoluzione.


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